Lungo Tevere dei furbi

È di stretta attualità la notizia del crollo del palazzo in Lungo Tevere Flaminio 70 a Roma. L’incidente, oltre a causare l’evacuazione dello stabile che ospita il teatro Olimpico, ha provocato la chiusura dell’importante arteria urbana, stravolgendo il traffico veicolare nell’intera zona.

La zona del Lungo Tevere Flaminio a Roma (Google Maps)

La zona del Lungo Tevere Flaminio a Roma (Google Maps)

Nella foto aerea (da Google Maps) vedete, al punto A, l’incrocio fra il ponte Duca d’Aosta e il tratto di Lungo Tevere. Il traffico non può più girare a destra ma solo a sinistra e svoltare al semaforo nel punto B per raggiungere Viale Pinturicchio (punto C) e le zone a ridosso del palazzo lesionato. Il percorso corretto è quello evidenziato in verde.

Ma l’automobilista furbo italico (Homo stronzus stronzus automunitus) si è adattato subito al nuovo regime della viabilità e ha già trovato il modo di dimostrare la sua “disabilità civica”, l’allergia al rispetto delle regole che colpisce il nostro paese da sempre, come una devastante epidemia di imbecillità.

Egli supera la fila percorrendo il tratto giallo, impegnando nell’occasione la corsia preferenziale degli autobus, pretendendo poi di infilare gli automobilisti disciplinati nel punto B, provocando frenate e rallentamenti.

Ma c’è anche chi, ancora più scaltro, attraversa il piazzale percorrendo l’accesso riservato ai mezzi pubblici (percorso viola) per tagliare la strada nel punto C, con ulteriori disagi per la circolazione.

E non è finita: nel punto D c’è un semaforo con due corsie, quella a sinistra per girare e quella a destra per continuare diritti. Il furbo non si fa sfuggire l’occasione di superare la fila a sinistra e poi buttarsi a destra, perché dopo il semaforo la larghezza della sede stradale consente il passaggio di una sola vettura alla volta.

Tutto ciò si ripete in migliaia di strade e incroci a Roma e nel resto d’Italia. L’inciviltà regna sovrana, ma il modo di guidare è solo uno specchio della propria mentalità e del proprio modo di vivere. L’italiano medio è sempre pronto a fregare il prossimo per i suoi interessi, non capisce che mettendosi in fila ordinatamente faremmo tutti prima. Si comporta così anche nella vita pubblica, sul posto di lavoro, tra i seggi del Parlamento, nei panni di contribuente.

E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

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1 Comment

  • bruno

    Reply Reply 30 Gennaio 2016

    concordo: il furbetto italiota e` un povero coglione che ti passa avanti al semaforo col dito medio, sentendosi furbo perche` ti ha fregato e poi… finisce per farsi asportare la mano (dito compreso) mandata in cancrena per errore dal chirurgo furbo, piazzato dal padre, chirurgo furbissimo .
    Ma non imparera`. E non ci dispiace (della mano).

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