
“CAMERUN!!!” Il mio primo ricordo dei mondiali di calcio di Italia ‘90 è questo grido di gioia alzato dagli avventori di un bar al goal di Omam-Biyik, che fu sufficiente alla squadra africana ridotta in 9 a sconfiggere i campioni in carica dell’Argentina nella partita inaugurale dei mondiali italiani.
La compagine sudamericana si era infatti aggiudicata i campionati mondiali di Messico ‘86: era stato l’anno di Maradona, del suo famoso goal irregolare contro l’Inghilterra, noto da allora come “La mano de dios”, mentre la nazionale italiana fu eliminata agli ottavi di finale dalla Francia. Fu un triste addio per il ct Bearzot, che aveva guidato gli Azzurri alla conquista del Mondiale di quattro anni prima. C’è da dire che impariamo sempre dai nostri errori: infatti nel 2010 la nazionale era allenata da Marcello Lippi, tecnico campione del mondo 2006, e i risultati si sono visti.
Già, Bearzot, Spagna ‘82. I miei primi ricordi mondiali risalgono proprio a quel torneo, quando, il giorno della finale dei mondiali, mentre giocavo a pallone con un mio amichetto, la palla andò oltre una recinzione. Passai in un’apertura nella rete per andarla a riprendere e, quando alzai gli occhi, vidi, da una finestra lasciata aperta per la gran calura, una bella donna completamente nuda.
Ah, no, scusate, questa è una scena del film “Ovosodo”.
Su Italia ’90 mi scappa sempre una lacrimuccia. Mondiali vissuti con tutto l’entusiasmo dei 15 anni. Sì, perché allora avevo 15 anni, altra lacrimuccia. Diapositive sparse di quel fantastico mese:
- la colonna sonora indimenticabile targata Nannini – Bennato. Notti Magiche (titolo vero: Un’estate italiana) presentata il 09/12/1989 in occasione dello show per i sorteggi dei gruppi:
- i gadget di ogni tipo (ho ancora i modellini Bburago con il logo di Italia ‘90, compresa una Ferrari Testarossa. Quando diventerò milionario prometto che ne comprerò una e la farò verniciare di bianco e “wrappare”esattamente così)


- a proposito di Ferrari, la rossa di F.1 in quel periodo era in corsa per il mondiale, vincendo il suo 100° Gran Premio con Alain Prost proprio l’8 Luglio, il giorno della finale. Ma anche in questa disciplina non ci fu il lieto fine

- i punti delle merendine Ferrero per avere le maglie di “Vinci Campione”
- Totò Schillaci (futuro Gran Visir di tutti i terùn)
- le radiocronache della Gialappa’s
- La sigla che precedeva le telecronache
- le partite rigiocate con gli amici a “Microprose Soccer” sul Commodore 64

- il glorioso TV Philips durato fino al 2009 (alla vigilia del suo sesto mondiale)
- (semi)finale sportivamente tragica ai rigori contro l’Argentina e sogno svanito
- La Fiat Panda Italia ‘90 nella rarissima versione cabrio, con gli elegantissimi copricerchio a pallone

- L’ Alfa 33 Italia ‘90 (senza copricerchio a pallone perché c’è un limite a tutto)
- Il Pallone Etrusco

Personalmente ho sempre fatto terminare i cosiddetti “favolosi anni ’80” proprio l’8 Luglio 1990, alla chiusura di quel campionato del mondo. Ricordo quella sensazione strana di vuoto, dopo un mese passato a seguire il campionato, e quel sapore dolce e amaro che proviamo quando in cuor nostro sappiamo che un periodo della nostra vita si è chiuso definitivamente.
E, se ci pensiamo, quanto era vero. Di Italia ’90 ci rimasero gli enormi sprechi di soldi pubblici, le opere inutili e incompiute, abbandonate, monumenti alla stupidità dei soliti noti che, per i propri sordidi interessi, danneggiano il nostro Paese. Specialità in cui siamo sempre ai vertici mondiali.
Seguirono altri mondiali, ma non fu più la stessa cosa:
Mondiali 1994: nello stesso anno del mio esame di maturità, alternavo Dante a Baggio. Il primo raccontava il suo viaggio verso l’Altissimo, il secondo di altissimo tirò il rigore nella finale e festa rimandata.
Francia 1998: ricordo un episodio in particolare. Usavo seguire le partite ascoltando il commento alla radio della Gialappa’s, e un mio amico ebbe da ridire perché secondo lui “così rovini la sacralità del calcio”. Si risolse tutto con un “ma vai a cacare tu e la sacralità”.
Passo direttamente al trionfale 2006, quando tutti scordarono le vicende torbide che stravolsero il calcio nostrano per festeggiare la vittoria del campionato (fase “Abbiamo vinto”). La mia domanda è: perché, se avete tutto questo amore per il tricolore, dopo i mondiali per vederne uno devo passare davanti al Comune o alla caserma dei Carabinieri?
Del 2010, 2014, 2018 preferirei non parlare proprio (fase “Avete perso”). E anche del 2022, già che ci siamo (in Qatar? In inverno? MADDECHÉ?).
Cosa è cambiato da quando seguivo Schillaci e company? Ho capito che, se vale la pena fare il tifo per qualcuno, quel qualcuno sono io.
