Vai, ci risiamo. Un anno se ne va, sto diventando grande, lo sai che non mi va. Ci si ritrova proiettati nell’atmosfera natalizia così all’improvviso, con una sensazione di salto temporale degno di Marty Mc Fly.
Il Natale odierno è diventato una festa completamente sganciata dalle sue origini religiose, è la festa dei regali e della famiglia (tradizionale, per carità, non sia mai che roviniamo tutto con quella roba del gender che poi la madonnina piange e a Gesù viene la gastrite).
L’amore per questa festa nasce nella nostra infanzia, quando i nostri genitori facevano di tutto per farci vivere quella magica attesa per il panzone presbite vestito di rosso, durante la quale ci chiedevamo come facesse con quel culone a passare per la canna del caminetto. Se lo chiedevano soprattutto quelli che il caminetto non l’avevano. Mettici anche i regali, i dolci, le vacanze da scuola ed ecco che quel germe di utopica felicità non ti abbandona più, neanche adesso che sei tu il genitore e vuoi che i tuoi bimbi vivano le stesse emozioni che hai provato da piccino.
Poi tutto fra due settimane svanirà, come ci ammonì la prof del IV ginnasio vedendo la classe festosa l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze: “Ha da veni’ il 7 Gennaio”.
PS: effettivamente il 7 Gennaio è un giorno bellissimo: panettoni e pandori a un euro!
Poesia natalizia
Natale con i tuoi.
Pasqua con i tuoi.
Ferragosto con i tuoi.
Sempre i tuoi.
Buon Natale!
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