Ancora un grave fatto di cronaca dovuto a questi immigrati che non ne vogliono sapere di integrarsi.
Ieri mattina Marco Visita, impiegato comunale di Strangolacefali (QZ), 50 anni, si è recato, come ogni tanto fa, al lavoro, la mattina prestissimo – erano le 11:15 – quando ha trovato seduto alla sua scrivania Alì Ben Hammud, immigrato algerino di 30 anni. Il mariuolo – per giunta anche un po’ negro – non solo aveva timbrato il cartellino del povero impiegato addirittura qualche minuto prima delle otto antimeridiane, ma aveva anche chiuso delle pratiche che da anni raccoglievano polvere sulla scrivania del Sig. Visita.
Va sottolineato, ad aggiungere ulteriore sdegno, che il Ben Hammud non possiede le competenze necessarie per quel lavoro, avendo conseguito ben due lauree in scienze economiche e in diritto presso l’Università di Algeri, potendo quindi al massimo, con quel grado di istruzione, vendere teli da mare sulla spiaggia, come ci si aspetterebbe da un africano.
“È il momento di basta con questi migrati che ci arrubbano lu lavore” protesta un Visita visibilmente scosso “ci aggio messo anni ad accumulare tutte chelle pratiche per fare i’ mmuro di carta e poter leggere (o vedere le figure, n.d.r.) il Corriere dello Sport in sant’ apace, ora come facerò? ”.
Vibrate anche le proteste del Capoufficio, il Dott. Stefano Grattapanzi, anch’egli vittima del vile atto terroristico: “Mi sono visto arrivare sul tavolo ben 5 – dico 5 – pratiche da firmare, ma non sono riuscito a uscire dall’ufficio in tempo. Non posso accettare di essere sottoposto a questa mole di lavoro. Per colpa di questo increscioso episodio non ho potuto fare le compere che mi aveva chiesto mia moglie, e abbiamo dovuto rimandare la preparazione della parmigiana di melanzane, alla quale avevo già fatto la bocca. Se ne vadano, anzi, se ne andassero a casa loro a fare gli efficienti!”.
Gli abitanti del paese di Strangolacefali sono sconcertati dall’episodio: c’è chi esprime la sua viva solidarietà al Sig. Marco “Non va mai in ufficio, per una volta che andava a prendere qualche penna per i nipoti guarda che bella sorpresa che ha trovato!”, chi stigmatizza il comportamento del lestofante “Come si fa a pensare di lavorare in un ufficio pubblico? Questa è una strategia terroristica verso i poveri impiegati!”, e chi – il solito coglione – invoca la pena di morte. Una comunità che impiegherà giorni a ritrovare la noia perduta, prodotto tipico che turisti da tutto il mondo vengono ad ammirare nella centrale Piazza dello Sbadiglio.
Secondo alcune indiscrezioni, il malfattore sarebbe anche musulmano: la sua presenza in un pubblico ufficio, dotato di crocifisso a norma di legge (cm. 160 X 120, cioè circa scala 1:2 della vera croce), ha comportato il pronto intervento del parroco Don Adamo Ocùlio de Bimbis, con una benedizione d’urgenza.
L’autore del folle gesto ha dato legittime giustificazioni al suo furto di lavoro, ma ci guardiamo bene dal pubblicarle, e gli è stato notificato un decreto di espulsione, quindi sicuramente lascerà il nostro Paese volontariamente non appena sarà a piede libero.
Il sindaco, Dott. Devoto Di Scambio, ha invitato i cittadini a denunciare qualsiasi persona anche solo lievemente abbronzata che svolga attività diverse da vendere calzini o raccogliere pomodori, auspicando che, se proprio devono stare qui in Italia, “si facessero i capelli come a Balotelli che mi piace, magari pure biondo ossigenato. Goool!”.
Alessandro Cecchi Cecrede
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