Facebook – ini

Facebook-ti-aiuta

Facebook ti aiuta

Vi ricordate quando Facebook si era appena cominciato a diffondere? Che fico, puoi rientrare in contatto con i tuoi vecchi compagni di scuola, con il collega di lavoro che sta ogni giorno alla scrivania vicina alla tua ma a cui non hai mai rivolto la parola, e anche con quel pazzo che hai conosciuto al campeggio nell’87 e adesso, guarda un po’, è sindaco del suo paese! Scriviamogli un messaggio in bacheca, spieghiamogli che ce lo ricordiamo bene perché era bravissimo a recitare l’intero Padre Nostro a rutti con soli 3 bicchieri di Fanta. La Giunta apprezzerà, ma mai quanto il vescovo.

Ci siamo però accorti subito che questo social network non è affatto un innocuo mezzo di diffusione di foto di micini.  Infatti, se cerchiamo su Google “auto”, apparirà a fianco dei nostri post la pubblicità di un nuovo modello, se cerchiamo “Salvini” ci si presenterà un’offerta di carta igienica, se cerchiamo “Renzi” riceveremo un’offerta per un corso di inglese. E già, vendere vendere vendere, il ritornello è sempre quello.

Però Facebook ha un pregio innegabile: se sei imbecille, esce fuori subito. Basta leggere post, commenti, meme e subito si viene travolti da un fiume di banalità, stronzate, teorie strampalate, cazzate a valanga.

È l’effetto del grande potere che dà la tastiera. Ma da un grande potere derivano grandi abusi. Un mezzo così potente, messo in mano a chi non ha consapevolezza e mezzi culturali per gestirlo, non può che causare gli effetti che vediamo.

Immaginate Posteidone, il dio dei social, che appare in sogno a un cretino qualunque e gli annuncia “Da ora in poi puoi scrivere tutto quello che vuoi su qualsiasi argomento, specie se non ne sai niente, e tutti potranno leggerlo. E la tua opinione da semianalfabeta conterà come quella di un laureato al MIT”. Il povero mentecatto allora guarderà con occhi pieni di stupore e meraviglia lo schermo luminoso, ci penserà un po’  – molto po’ – e digiterà “Tornatevene HA casa vostra!!!111!11!!11!!”. E poi, sempre più giù nel gorgo, con gli occhi spiritati e drogati da questo nuovo potere “GOMBLODDO! !!” “CI VUOLE LA PENA DI MORTEEEEE!” (nel frattempo avrà scoperto che il tasto con il lucchetto fa scrivere le lettere grosse).

E così moltiplicato per milioni di utenti e milioni di ore di navigazione. Triliardi di terabyte di traffico di dati per comunicare il nulla, anzi, tonnellate di merda digitale. La prossima volta che gli salterà la connessione gli manderanno l’autospurgo.

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